Ogni anno, almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finisce in mare. La possiamo trovare sia sotto forma di macro che di microplastica la quale inevitabilmente viene a contatto con esseri viventi acquatici e non, diventando causa di gravi conseguenze per la salute e l’ambiente. A quanto pare il Mediterraneo ne è pieno così come gli altri mari e oceani del mondo e a farne le spese sono soprattutto i suoi abitanti. I pesci, le tartarughe e le foche, rimanendo imbrigliati nei grossi pezzi di plastica, si feriscono o muoiono cercando di liberarsene. Se poi ne ingeriscono grossi pezzi, possono morire strangolandosi; se invece ne ingeriscono pezzi più piccoli, è sicuro che, una volta pescato quel pesce, la plastica finirà sulle nostre tavole. Siamo a rischio ogni volta che portiamo a tavola pescato dell’Adriatico perché è certo che l’ingestione di plastica, con tutte le sostanze chimiche presenti, è nociva per i pesci quanto per l’uomo che se ne nutre. E’ necessario comprendere che se non si interviene tempestivamente o diminuendo il consumo di plastica o cercando di smaltirla nel modo corretto, tra diversi anni nei nostri mari ci sarà più spazzatura che flora e fauna marina. In questi casi è vitale sensibilizzare il più possibile istituzioni, cittadini e aziende al rispetto per il nostro ambiente che è sempre più inquinato e malridotto. La raccolta differenziata è vita per la nostra Terra e deve sempre essere fatta se non si vogliono deturpare
irrimediabilmente le nostre bellezze naturali e soprattutto se si vuole continuare a mangiare cibi sani che non contengano inquinanti.
FRANCESCO MARASCIULO 3G