“Buongiorno! Un cornetto e un cappuccino, grazie!” Con queste parole incomincia la giornata di miliardi di persone nel mondo sin da tempo lontano. Tutto successe a Vienna, alla fine della lunga guerra tra Europa cristiana e turchi musulmani. La città è assediata dall’esercito islamico; gli ottomani bombardano le mura, scavano trincee e gallerie sotterranee, minano le fortificazioni. Le armate cristiane sono spronate alla vittoria dal predicatore cappuccino Marco D’Aviano. Successivamente le truppe Ottomane verranno definitivamente sconfitte. Numerosi sacchi di caffè che i turchi hanno abbandonato nell’accampamento per darsi alla fuga vengono portati in città. Un pasticciere viennese volle rifocillare gli stremati soldati vincitori con una nuova bevanda a base di caffè – ce n’era tanto a disposizione – con l’aggiunta di latte, allo scopo di renderlo più dolce.
Ne uscì il caratteristico colore che ricordava il saio del cappuccino fra Marco e che da lui prese il nome. Insieme alla bevanda inventò un croissant a base di uova, farina, burro, zucchero, lievito e acqua tiepida con la forma di mezzaluna turca, come quella effigiata nella bandiera ottomana. Ecco così servita la colazione più diffusa al mondo. Tra i generali cristiani al comando della Lega Santa si era distinto il conte Antonio Carafa, nato proprio nel Salento a Torrepaduli, frazione di Ruffano. Le sue imprese militari a Vienna, Ungheria e Romania saranno raccontate dal grande filosofo napoletano Giovanbattista Vico nella sua “De rebus gestis Antonj Caraphaei”. Un’altra “impresa” può essergli ascritta…fu di certo tra i primi a pronunciare: “cornetto e cappuccino, grazie!”