L’ILO e l’OMS (agenzie specializzate ONU) sin dal 1950 hanno condiviso una definizione comune
di salute sul lavoro: “mantenimento e promozione della salute; miglioramento dell’ambiente di
lavoro per favorire la sicurezza […] e un clima sociale positivo“.
La salute e la sicurezza sul lavoro non sono affatto scontate: basti
pensare che i caduti del lavoro (morti bianche) nel mondo, sono circa 2
milioni ogni anno, di cui circa 12.000 bambini.
I rischi sul luogo di lavoro sono fisici (cadute, rumori forti), chimici
(neurotossine, agenti dermatologici), biologici (virus, tossine), psicosociali
(insicurezza lavorativa, stress) e tecnologici (radiazioni,
automazione).
Le malattie professionali sono anche causa di un enorme onere
economico: impoveriscono i lavoratori e le loro famiglie; riducono la
produttività e causano incrementi notevoli della spesa sanitaria (ogni
anno -4% del PIL mondiale).
È paradossale che proprio i lavoratori (che muovono il mercato produttivo dell’intera società)
siano spesso le vittime in un sistema in cui non c’è spazio per la sicurezza, controllo dei luoghi di
lavoro e ispezione sulla qualità del lavoro e della vita lavorativa.
Sebbene siano state emanate norme nelle quali si specificano gli obblighi dei datori di lavoro e dei
lavoratori, la situazione, ad oggi, non sembra migliorare.
Si sente ancora parlare, troppo spesso, di morti bianche!
Forse queste norme non bastano? Dovrebbero esserci maggiori controlli sul campo? Di certo
qualcosa non funziona!
È importante acquisire una cultura del lavoro più consapevole che sappia rispettare e
salvaguardare le risorse più preziose: quelle umane.
Il lavoro, in senso utopico, riprendendo il pensiero del filosofo Fourier, dovrebbe rappresentare la
propensione naturale e spontanea dell’uomo, tale da farlo sentire orgoglioso e libero di esprimere
le sue capacità, poiché condiziona tutta la sua vita, per non parlare dell’influenza sulla personalità
e sulla autostima.
La salute e l’incolumità devono essere traguardi concreti, da raggiungere il prima possibile
attraverso il coinvolgimento di forze politiche, sindacati, imprenditori e lavoratori.
Il lavoro deve essere prima di tutto, qualunque esso sia, un’attività che nobilita l’uomo e lavorare
in sicurezza è un nostro diritto.
Marco De Carolis 3ª H,